domenica 23 dicembre 2007

ABBASSO LA SCUOLA

DI STEFANO DI LUDOVICO
Movimento Zero - Il Giornale del Ribelle

Conclusosi da poco – con gli esami di Stato – l’anno scolastico, politici, educatori, pedagogisti e addetti ai lavori vari si riempiono la bocca dei soliti propositi e proclami: dobbiamo migliorare l’istruzione, elevare l’obbligo scolastico, combattere l’evasione e la dispersione, l’Italia in quanto a istruzione è il fanalino di coda tra i paesi sviluppati… E se fosse vero il contrario? E se l’eccessiva istruzione, l’obbligo scolastico spostato sempre più in là, la tanto sbandierata “educazione permanente” fossero invece un danno per la crescita e la maturazione dei giovani?

A nessuno viene il dubbio che la cosiddetta scuola dell’obbligo altro non sia che un semplice sottoapparato della mostruosa megamacchina tecno-economico-industriale che ci sta strangolando tutti; sottoapparato teso soltanto, in ultima analisi, a sfornare perfetti rimbambiti privi di qualsiasi sapere o coscienza critica, pronti per essere inseriti nei gangli del mostro al fine di garantirne la riproduzione? A sfornare dei perfetti consumatori pronti a servire docilmente la megamacchina? Del resto, un sistema di istruzione basato su programmi obbligatori uguali per tutti e calati dall’alto sulle teste dei poveri studenti, cos’altro potrebbe sfornare? La scuola dell’obbligo, a guardar bene, altro non rappresenta che uno dei tanti fasi miti della modernità, come ben aveva visto, tra gli altri, Ivan Illich nella sua celebre Descolarizzare la società. Uno dei tanti miti di cui il sistema si nutre per portare avanti il disegno di una società sempre più totalitaria ed omogenea, dove alcuno spazio più può essere lasciato alla creatività ed alla libertà del singolo. Perché non propugnare allora il ritorno a forme individuali e privatiste di educazione? Perché non valorizzare l’antica e nobile figura del "precettore" al soldo della famiglia dell'educando, quando ognuno era libero di scegliersi l’insegnante ed il tipo di insegnamento desiderato? Lo Stato, invece di spendere le cifre esorbitanti che spende per tener su quel mega e caotico apparato che è l’attuale sistema dell’istruzione pubblica, potrebbe devolvere a ciascuna famiglia una quota di denaro atta a far sì che ognuno possa scegliersi liberamente gli insegnanti che vuole, a seconda degli interessi che ha e che vuole coltivare. Questo sì che sarebbe un programma educativo innovatore, libertario ed antitotalitario! Quella stessa quota potrebbe essere poi utilizzata anche per l’acquisto di libri, per l’accesso a biblioteche, a centri culturali e di apprendimento, sempre a scelta del diretto interessato. Al limite, uno potrebbe anche decidere di restare ignorante: l'ignoranza non è forse un diritto? Dove sta scritto, infatti, che uno deve per forza "istruirsi"? E’ evidente che solo una società totalitaria ed oppressiva come la nostra poteva creare il sistema dell’istruzione obbligatoria. Come diceva Illich, allora, descolarizziamo la società! Ne va della nostra libertà, della nostra creatività, del nostro diritto di crescere ed istruirci come meglio ci piace e ci aggrada. Aboliamo la scuola dell’obbligo.

Stefano Di Ludovico

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